Interventi Assistiti con gli Animali secondo l’approccio sistemico relazionale

L’asino: compagno di avventure accogliente e affidabile

 

Erano giornate di preparazione in tutti i sensi. L’aria era carica di emozione, la primavera era pronta a esplodere nelle sue fioriture e le foglie premevano nelle gemme per vedere il sole; anche Lucio, 13 anni, si stava preparando all’evento e non faceva che chiedere alla madre quando sarebbe arrivato il momento di raggiungere Miria.

Miria era un’asina. L’asina che Lucio aveva potuto conoscere attraverso alcuni racconti ed attività e che aveva, fino allora, potuto osservare solo attraverso immagini.

Il comportamento di Lucio, affetto da una sindrome particolare, era caratterizzato da una certa instabilità emotiva e una buona dose di ansia. Quando desiderava una cosa, la sua richiesta si faceva molto insistente, ripetitiva e spesso urlata e persino per la madre diventava difficile contenere tanta emozione.

Tutto il suo corpo tradiva l’eccitazione, con movimenti a tratti scoordinati e il passaggio da un’emozione all’altra in modo brusco. Questa forte instabilità ci aveva più volte fatto interrogare sulla opportunità di portare Lucio a incontrare Miria in un contesto cosi differente da quello conosciuto fino ad allora e sicuramente ricco di stimoli.

Inoltre l’asino, animale di indole tranquilla, necessita, in virtù del suo status di preda, di modalità di approccio lente e graduali. Tutti noi ci chiedevamo se Lucio, al momento dell’incontro, di fronte a una animale più grande di lui, sarebbe riuscito a modulare la sua eccitazione. Nonostante la preoccupazione presente, avevamo presente i grandi progressi compiuti dal ragazzo nei percorsi che avevamo intrapreso con il cane e nei quali si era più volte dimostrato capace di una modulazione emotiva e di una comunicazione non verbale adeguata e coerente.

Per queste ragioni era prevalsa la sensazione che lavorare con Miria potesse rappresentare una grande opportunità.

Il giorno del primo incontro, mentre la primavera premeva per esplodere, la madre mi disse che Lucio aveva riposato molto male. Il livello di eccitazione era davvero alto, a tratti fuori da ogni controllo.

Raggiunsero il campo in auto,  sul viso della mamma era dipinta un’espressione di evidente preoccupazione, ma mi affidò Lucio senza troppi tentennamenti.

Ricordo che Lucio si precipitò da me; aveva ai piedi ancora le scarpe basse e lo convinsi a fatica a sedersi per mettersi gli stivali.  Il suo sguardo era rapito da tutto ciò che quel nuovo contesto offriva. Prati e grandi alberi attorno, qualche cavallo al pascolo e un paio di cani ad annusargli le gambe. Avrei voluto fargli conoscere l’ambiente, ma lui non faceva che gridare “ …ove è?!!!”.

Miria, asina romagnola di 15 anni,  era nel recinto, al di là del parcheggio e di un grande prato, le grandi orecchie rivolte verso di noi.

Ricordo che quando abbiamo attraversato il parcheggio, mentre il sorriso di Lucio illuminava tutto il viso,  il naso di Miria si è dilatato e la bocca si è spalancata in uno dei ragli più potenti che avesse mai prodotto. Quel raglio, capace di raggiungere grandi distanze e di scuotere le foglie, parve costruire un primo ponte tra i due soggetti. Lucio si fermò giusto un istante. Smise di gridare. Anche lei era evidentemente in attesa, e lui lo colse.

Presi Lucio per mano, ponendo attenzione al respiro e rallentandolo un poco. Desideravo sostenerlo e guidarlo verso una modalità tranquilla di interazione con Miria, ma davvero il suo entusiasmo pervadeva ogni suo gesto che e risultava un comportamento fuori misura e, temevo, difficilmente accettabile da qualunque animale con una natura di preda, quale è l’asino.

Così gli chiesi di sedersi con me nel prato, mentre la collega accanto a Miria, mostrava a distanza come  avvicinare Miria con tranquillità. Lucio accettò il mio invito senza troppa convinzione e capii che dovevo inventarmi qualcosa velocemente, cosi  gli proposi di raccogliere qualche ciuffo di erba da portare a Miria. Lucio assecondò la mia richiesta frettolosamente e poi si incamminò deciso verso lo steccato che lo separava di Miria. Anche Miria mosse alcuni passi avvicinandosi allo steccato. Passi lenti i suoi , ma determinati. Le grandi orecchie dirette verso di noi.

In una manciata di secondi Lucio e Miria stavano uno di fronte all’altra, noi coadiutori accanto a loro.

Ricordo la mano di Lucio piena di erba tesa tra gli assi dello steccato e i suoi occhi, se possibile, ancora più grandi e dolci del solito. I suoi come quelli di Miria, perché quello che mi colpi subito fu l’immediata sintonia tra quegli sguardi.

Così avvenne il primo incontro, in cui la barriera della diversità fu subito superata da una potente forma di simpatia tra i due soggetti, qualcosa di difficilmente spiegabile a parole, ma molto evidente ai nostri occhi.

A quell’incontro ne seguirono molti altri, sempre più coinvolgenti e intimi, incontri che videro crescere Lucio e conquistare nuove autonomie e che permisero ad entrambi di di  crescere nelle loro capacità comunicative e relazionali.  Il loro fu un appuntamento fisso per alcuni anni, rispettato per lo più anche nei giorni di neve e di pioggia,  un appuntamento atteso e prezioso, qui e là condiviso anche con altri bambini e ragazzini, nella possibilità di farsi mezzo per allargare le competenze sociali di Lucio.

Ogni incontro mantenne al centro la relazione tra loro, colorata di sguardi silenziosi e di vocalizzi di gioia, di accarezzamenti reciproci, di lavori fatti nella reciproca e potente sensazione di presenza. La costante di tutti gli incontri fu l’assetto emotivo di Lucio, che pareva aver conquistato accanto a Miria, una serenità di fondo e una capacità di modulazione nuova.

Lucio e Miria per me hanno rappresentato un punto di svolta.

L’occasione di vivere a fondo l’esperienza della incredibile capacità di accoglienza dell’asino e delle grandi possibilità che questo animale mostra nell’entrare in sintonia con la storia di bambini, ragazzi e adulti dalle storie più disparate.

Sin dall’antichità l’asino è stato protagonista di miti, favole, racconti e le sue principali caratteristiche sono quelle di pazienza, riflessività, ma sopratutto di una grande accoglienza. Questa peculiarità ne rappresenta , a mio parere, la principale caratteristica distintiva rispetto al cavallo, a cui nell’immaginario comune viene spesso assimilato, con una nota di svalutazione.

L’incontro con l’asino, così buffo e dolce nell’aspetto, ha in realtà caratteristiche morbide, quasi rotonde, che invitano a modalità altrettanto calme e discrete e ad un ascolto profondo delle proprie emozioni.

E’ in questa relazione, fatta di sguardi, di parole sussurrate, di tocchi, che ciascuno può sentirsi accettato per quel che è e che porta, sperimentando un senso di accoglienza scevra di pregiudizi e preconcetti, che diventa base salda per lo sviluppo ed il rafforzamento di ogni altra abilità e competenza.

 

Roberta Ricci
Medico Veterinario esperto in Comportamento e in Interventi Assistiti con gli Animali
Coadiutore dell’Asino e del Cane e presidente di Zebragialla, associazione impegnata dal 2010 nella diffusione delle attività di Pet Therapy con approccio Sistemico Relazionale  con l’asino e gli altri animali

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