Allenare la resilienza con l’aiuto degli animali
A tutti noi capita di affrontare momenti critici che richiedono l’attivazione di grandi risorse per ripristinare l’equilibrio.
Come affrontarli?
Oggi voglio parlarvi della resilienza e di come questa capacità che brilla nelle persone di successo possa essere allenata nella relazione con i nostri animali.
Cosa si intende per resilienza?
La resilienza non è altro che capacità di non perdersi di animo di fronte a una tempesta, risalire una volta che la barca si è rovesciata e recuperare la rotta.
Ma è ancora di più: è riuscire a vedere nell’evento critico un’opportunità, intuire e testare nuove soluzioni creative che, non solo ci riporteranno a godere di un mare tranquillo, ma che saranno di lì in poi acquisite e che diventeranno per sempre parte di noi.
Una pillola per tutto
Perchè vi parlo di questo? Proviamo a fare un passo indietro.
Chi di noi non ha mai sperimentato il desiderio, di fronte ad una fatica, o ad un dolore del fisico o dell’anima, di cercare la pillola magica, la scorciatoia per raggiungere velocemente e con il
minimo sforzo lo stato di quiete?
Spesso dietro a questa ricerca c’è la mancanza di allenamento a una piccola dose di frustrazione a cui la vita vorrebbe abituarci e che è va di pari passo con la confusione su quelli che sono i nostri reali desideri.
Così finiamo a fare scelte per la nostra salute e per quella dei nostri amici animali, perderci quello che della vita è la parte più ricca, cioè il viaggio.
Cambiare la percezione della malattia si può
La crisi, la malattia, il disagio, l’handicap fanno parte del percorso. La vita lo insegna a tutti.
E, anche se a sprazzi, ciascuno puó aver intuito come queste non avvengono a caso, ma rispondano ad un disegno più grande.
Certo si presentano davanti, talvolta inaspettate, per darci la possibilità di evolvere, di proseguire nella nostra crescita. Sta a noi non lasciarcene travolgere, ma imparare a rispondere facendo appello alla nostra consapevolezza e responsabilità.
La virtù che porta al successo
Ed ecco che torno alla resilienza: la virtù di quelli che ce la fanno, di quelli che non si tirano indietro, di quelli che inciampano e si rialzano;
la capacità che ciascuno possiede sin dalla nascita di
di rispondere alle situazioni critiche, qualunque esse siano, trasformandole
in occasioni preziose di crescita.
Qualcuno potrebbe dire: “si, ma per me non funziona, la mia situazione è differente, facile parlare ma nella mia vita le cose sono un po’ più complesse “.
Non si tratta di misurare. Ho massimo rispetto per le difficoltà e per le vite di tutti, dico solo che ciascuno di noi da bambino ha imparato a camminare, parlare, andare in bicicletta grazie ad una volontà incrollabile nonostante le cadute, sperimentando soluzioni nuove, vivendo il presente con impegno e dedizione.
Allora questa capacità c’è, è presente in ciascuno di noi e nel corso della vita possiamo allenarla così da poter affrontare sfide sempre più grandi. Oggi possiamo anche compenderne il meccanismo che ne sta alla base: la neuropalsticità.
I nostri animali: compagni e allenatori
E qui arrivo al punto: come sempre un tema importante ha mille riflessi sulla relazione con i nostri amici animali e questo non è da meno; ció che oggi mi preme sottolineare è che accanto i nostri animali possiamo sviluppare e allenare con ottimi risultati questa fondamentale capacità di adattamento e crescita!
Storie quotidiane di cambiamento e crescita
Vene parlo raccontandomi una breve storia che sono sicura assomiglierà alla storia di molti di voi: la storia di una mamma di un babbo che acconsentano al desiderio del proprio bambino di accogliere un animale in famiglia.
La scelta ricade su quella di un cucciolo dai grandi occhioni dolci e dalle movenze buffe.
La gioia pervade i cuori di tutti e si innescano i corretti i meccanismi di attaccamento reciproco che permettano un buon accudimento del cucciolo e una sua crescita adeguata.
Ma un certo punto succedono alcune cose: un divano nuovo che non puó più correre il rischio di essere rosicchiato, una vacanza che deve mutare di forma per poter accogliere il piccoletto, la fatica di trovare tempi quotidiani per passeggiare in serenità con lui, la sua crescita veloce che richiede amorevolezza nell’ascolto dei bisogni e fermezza nel porre regole eque…
Parlo di piccole grandi situazioni nelle quali il babbo e la mamma della storia entrano in crisi: già affaticati dalle loro vite, magari intrappolati in lavoro non soddisfacente, costretti a ritmi di vita veloce che sembrano non permettere altri dispendi di energia.
Osserviamo questo momento. Stiamo per un momento di fronte a questa crisi, che porta stanchezza, irritabilità, riduzione della sensazione di soddisfazione e di piacere.
Perchè è proprio a questo punto, apparentemente in modo paradossale, che si apre una grande possibilità: la coppia ha la tentazione di tornare indietro e riaffidare il cucciolo ormai cresciuto ad altri, è attraversata dal pensiero di isolarlo fuori casa, e in famiglia si accendono discussioni su chi ha preso la decisione senza considerare le conseguenze.
Un equilibrio si va rompendo. Che possiamo fare per uscire dall’empasse? Possiamo dar seguito a queste emozioni destabilizzanti oppure attivare nuove risorse o rispolverare vecchie soluzioni per raggiungere un nuovo equilibrio.
Chi abbraccia questa seconda strada, chi tiene duro, chi si mette in gioco nella ricerca di una soluzione troverà un equilibrio nuovo di gran lunga più soddisfacente del precedente.
Il primo passo qual è? Imparare a fermarci, non lasciamoci abbindolare da facili soluzioni, accogliamo il questo momento di crisi che ci spinge ad un cambiamento, passando anche attraverso il dolore certi che si risanerà, rimanendo in ascolto.
Potrà tornarci alla mente il ricordo di altre situazioni in cui, di fronte alla difficoltà, abbiamo risposto con perseveranza, accoglienza, creatività.
E allora intravedremo una soluzione. A volte è alla portata di mano, altre volte può includere una richiesta di aiuto nei confronti di chi può aiutarci a vedere le cose sotto una nuova prospettiva.
Quando questo avviene, quando ci lasciamo coinvolgere con fiducia e consapevolezza nel movimento che l’animale ci porta, ci scopriamo capaci di scelte che apporteranno reale benessere nella nostra vita.
Così il babbo e la mamma, dopo una fase di ascolto e confronto, scoprono che le passeggiate sono un toccasana per la mente e il fisico di entrambi, arrivati a trascurare il proprio benessere da lungo tempo, che le vacanze in cui la natura ha un forte impatto sono altamente rigeneranti e perfette per rispondere ai bisogni di tutta la famiglia, che la rabbia che a tratti li attraversa ha radici più profonde su cui vale la pena accendere una luce. Eccetera, eccetera.. Ecco cosa significa allenare la resilienza accanto ai nostri animali, per loro, e grazie a loro.
In questa storia ho preso l’esempio del cucciolo che cresce, ma avrei potuto parlare dell’animale che diventa anziano, dell’animale di famiglia che si ammala, del cane che mostra aggressività verso con specifici o verso umani, del gatto che fa pipì in giro per casa e marca il territorio o che si nasconde al minimo rumore.
Momenti di crisi che a volte fanno vacillare. Che non sono gravi o lievi in senso assoluto, ma solo rispetto a noi e alle nostre vite.
Qualcuno potrebbe chiedere: cosa li differenzia dalla necessità di sbrogliare una qualunque situazione di vita difficile legata all’aspetto del lavoro o della vita in comunità?
A mio parere la risposta è: il movimento interiore che l’animale porta e che è reso possibile dalla relazione che abbiamo instaurato con lui. L’animale, attraverso queste crisi, ha un canale diretto con la nostra parte più profonda.
E il legame affettivo che si è creato con l’animale, il sentirci parte di un’unica famiglia, il senso rassicurante della sua presenza continua a regalare alle nostre vite, sono un motore potente.
Il nostro lavoro è accettare la sfida, mettersi in gioco.
Spostare l’attenzione dal problema esteriore, dopo averlo osservato attentamente, a qualcosa che ci tocca più profondamente può essere la chiave.
Perché spesso l’animale ci fa da specchio ad emozioni e sentimenti di cui possiamo non essere del tutto consapevoli. Mettendole a fuoco avremo una marcia in più nel trovare la soluzione al problema concreto e ci sentiremo più forti, più capaci di affrontare nuove sfide, conquistando una migliore autostima e compiendo un ulteriore passo per vivere la nostra vita nel senso più pieno.